
Mercato del lavoro italiano: cresce il lavoro autonomo e l’interesse per le startup
Il mercato del lavoro italiano sta cambiando: sta crescendo sempre di più il numero di lavoratori che si dimettono dal proprio impiego e quello di coloro che risultano essere restii al ritorno in ufficio dopo aver sperimentato il lavoro a distanza. L’attrattiva del lavoro autonomo e delle startup sta aumentando esponenzialmente e vengono promosse sia dai lavoratori nuovi che da quelli esperti. I giovani sono sempre più interessati a intraprendere carriere come liberi professionisti o imprenditori e l’introduzione di un’aliquota fissa potrebbe incoraggiare la crescita delle piccole imprese e delle startup. Anche se i numeri non mostrano una chiara tendenza alla creazione di nuove imprese, alcune aree, come Milano, stanno vedendo una crescita dello spirito imprenditoriale e dell’innovazione, in particolare nei servizi alla persona e nel turismo. La Regione Piemonte ha creato il Mip (Mettersi In Proprio), un servizio gratuito di consulenza alla creazione d’impresa. Il 55% dei partecipanti sono donne, il 29% ha meno di 30 anni e il 49% è disoccupato. Oltre la metà dei progetti sono portati avanti da laureati o da chi ha un lavoro e intende mettersi in proprio. Tra chi aveva un posto fisso e lo ha lasciato, alcuni sfruttano le competenze acquisite per iniziare una nuova attività. Il settore del cibo è uno dei più gettonati dai nuovi imprenditori, ma c’è anche una maggiore attenzione alla sostenibilità. La Regione Piemonte ha stanziato 6,3 milioni di euro per rifinanziare Mip, mentre la Lombardia per il programma Nuova impresa ne ha messi 9,9.
Il 90% dei progetti di chi vuole mettersi in proprio è sensato, ma solo il 20% dei progetti presentati al Mip diventa un’impresa con un business plan concreto. Il settore alimentare è popolare tra i nuovi imprenditori, con un’attenzione crescente alla sostenibilità. Esempi includono Saporibio, un’attività di commercio elettronico di prodotti biologici artigianali e, Blueat, una startup che promuove la pesca selettiva e il consumo umano di specie aliene marine invasive. La tecnologia può avere un grande impatto sul successo di un progetto imprenditoriale. Naturalmente la tecnologia ha un grande appeal e se il progetto è quello giusto, il successo diventa globale.
Ma cosa bisogna fare per “Mettersi in Proprio”? Tre sono i suggerimenti dati da Franco Amicucci, sociologo, formatore, docente ed autore:
1.Bisogna conoscere le proprie potenzialità e limiti prima di iniziare un’attività imprenditoriale, anche con una semplice partita Iva. Franco Amicucci suggerisce di riflettere sul proprio profilo di imprenditore, includendo la propensione per la creatività, la gestione finanziaria e la conoscenza delle norme di settore, invita a coinvolgere persone con caratteristiche diverse per bilanciare i propri limiti.
2. Bisogna chiarire le aspettative prima di mettersi in proprio. È importante capire se si vuole iniziare un’attività per migliorare la qualità della vita, per soddisfare le proprie passioni o per avere una migliore condizione economica. Idealmente, si dovrebbe cercare un equilibrio tra questi obiettivi, ma è importante definire le priorità per avere un’idea chiara delle proprie aspettative.
3. Non si deve improvvisare ma studiare, analizzare, iniziare a formarsi prima di mettersi in proprio. Si consiglia di osservare l’esperienza altrui per apprendere da successi ed errori e, di sviluppare un solido business plan come base per l’avvio dell’attività. Inoltre, è importante non arrendersi alle prime difficoltà e diventare sempre più abili nell’uso della tecnologia digitale.